Un mezzogiorno alle “TRE ROSE”

All’agriturismo “LE TRE ROSE“, si ha la sensazione di esserci sempre stati…Locale stupendo, caratteristico ma elegante.
ti accolgono le tre meravigliose figlie dei proprietari con un sorriso che già ti senti a tuo agio quasi fossi a casa tua… poi il papà Fabrizio un cordiale pezzo d’uomo che, se non fosse così sorridente ti metterebbe in soggezione.

Entrando si sente un profumino che esce dalla cucina lì a destra e, mentre Rossella (la più grande n.d.r.) ti fa strada per portarti al tavolo… ti soffermi ad aspirare un profumo d’altri tempi, d’istinto, chiedi di poter vedere la cucina…”c’è la mamma ” ti rispondono con gentilezza” non vuole nessuno li dentro” …insisti e Fabrizio cortesemente mi fa cenno di seguirlo.
Mara (la cuoca) è li di spalle davanti ha una serie di pentole fumanti, sul capo un berretto rosso bordeaux come la “traversa” che le cinge la vita. Si gira e, con un sorriso aperto e cordiale ti viene incontro sulla porta come a far scudo per farti capire, con garbo, che quello è il Suo regno e solo gli addetti possono entrare…però, data la nostra insistenza gentile ma decisa…decide di illuminarci spiegando che, sin da bambina, desiderava affaccendarsi tra le pentole così…per gioco:”la cucina non è solo star di fronte a delle pentole, cucinare è un’arte che richiede amore, passione e…fantasia” Si, ma gli ingredienti? “Sono lì fuori, basta uscire dal retro e vedrete il nostro mondo, il nostro segreto che poi…tanto segreto non è.”

“Qui si cucina giornalmente con gli ingredienti di stagione, senza grassi, usando farine grezze e tutto a Km 0… noi non usiamo spezie per nascondere altri gusti…chi viene qui DEVE sentire i sapori dell’orto così…come tanti anni fa e, seduti a tavola, ritornare al cibo genuino, quello di una volta, alla vera cucina.
Perciò mi dedico con la stessa passione delle donne di un passato ancora recente… mi prendo tutto il tempo necessario, comincio alle prime ore del giorno e la felicità è vedere le persone uscire soddisfatte e, alle volte, incredule per aver assaporato il tempo che fu”.

Fabrizio sorridendo mi offre un aperitivo, mentre la moglie si gira e torna tra le pentole fumanti. La gente comincia ad entrare accolta dal sorriso di Gioia sempre attenta che tutto sia perfetto e dalla piccola Stella ( che stringe al petto una bambola)… il locale si riempie, le cameriere sono al lavoro, noi ci sediamo al nostro tavolo pregustando la genuinità di una cucina che ci fa pensare alle nostre nonne sorseggiando un bicchiere di vino… come si diceva una volta…”de casada”…

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